Sono accanto a lui che dorme beato, girato dall’altra parte, in una posizione penso per lui comodissima. Lo sento respirare pesantemente a tratti, per il resto è regolare, a parte quando per tre secondi va in apnea e allora mi blocco anche io per monitorarlo e inizio a respirare solo dopo di lui, poi ci sono gli affanni. Mi accorgo solo dopo di quanto questa cosa tolga il fiato.
Quando mi abbraccia nella notte so che cerca il cuscino, e allora gli faccio da cuscino. Ho le stesse funzionalità di un cuscino capite, poi mi sento un attimino superiore che io almeno ricambio l’abbraccio. I cuscini non ricambiano.
Rido in quel momento. Lui non mi sente: dorme. Io rido. Residui di istinto materno che sento mi abbiano rubato. Prendete i miei soldi, loro no, si sono presi il mio istinto materno, l’altro almeno me l’hanno lasciato. Furbi. Sai che casino conviverci sennò, così me l’hanno lasciato.
Ed eccomi qua: ad avere paura.
C’ho tanta paura. Tanta di quella paura che fare da cuscino non mi basta. E mi accorgo solo ora di quanto questa cosa tolga il fiato.
Ahhhhhhhhh l’abbraccio del cuscino è un’arte in cui vanto esperienza pluridecennale!
E’ comodo ma ti fa sentire solo
Che dolcezza..