Capisco che nuotiamo in un oceano di informazioni e che internet sembra ci abbia reso tutto più facile. D’altra parte in acqua, oltre che stare a galla (che è semplice fino ad un certo punto), dobbiamo anche stare attenti agli squali. Sembra che i mezzi di comunicazione ci abbiano avvicinati, e sembra che internet tutt’ora ci fornisca tutto ciò di cui abbiamo bisogno, promettendoci che non smetterà mai di farlo. Bisogna essere bravi a giostrarsi tra notizie, account e amori virtuali fake però. In tutto questo nessuno ha più voglia di leggere, di scrivere, di pensare.
Sono dalla vostra parte perché questa società prosciuga. Ti fa correre all’infinito, facendoti sudare sangue. Ti promette un premio (magari virtuale) ma devi fare sacrifici una vita intera, altrimenti non sei nessuno. Capisco anche chi non ha più voglia di guardarsi dentro. Capisco quando un libro non ti tiene più incollato per ore, e quelle parole stampate sulla carta ora sono accusate di dormire su cadaveri.
Ora torno sui banchi di scuola e sento le parole dell’insegnante che raccomanda di dividere il foglio protocollo a metà e di non superare le cinque colonne. Qualcuno sbuffa: perché ama la matematica, perché non ama particolarmente quelle tracce, o perché semplicemente “scrivere non serve a niente”.
Traccia 1: Cos’è l’amore?
Traccia 2: Cos’è la felicità?
Traccia 3: Cos’è l’amicizia?
Ci si rifiuta di svolgerli perché argomenti troppo “banali”. E quindi perché è così difficile rispondere?
Cos’è per voi la felicità?
Non superate le cinque colonne, mi raccomando.
La verità è che quando iniziamo a schiacciare nervosamente i tasti del nostro computer, o quando teniamo tra le dita impazienti la penna, ci rendiamo conto che è la cosa più difficile del mondo dire la propria opinione. Da una parte perché non ci fermiamo mai a riflettere, dall’altra perché siamo abituati a trovare tutto quello che ci serve su internet.
Grazie alle statistiche del mio blog, ho visto che molti arrivano qui proprio perché hanno cercato su Google “cos’è la felicità”. Questo perché io ho fatto il tema e ho deciso di pubblicarlo anche sul blog. Niente da dire sulla libertà di pubblicare e di leggere. Ma chi cerca “cos’è la felicità” vuole sapere cosa ne pensano gli altri oppure cosa sia?
Quindi capisco quelli che si chiedono se serva davvero a qualcosa dire la propria opinione: in un mondo sempre più virtuale, dove la propria identità “è sempre più liquida”.